Chiara Colosimo: “La mia verità sugli ex Nar”
Farà dei gesti verso le associazioni che oggi la criticano?
«Sì, ma lo farò in forma riservata. In ogni caso questa è casa loro e non hanno bisogno di inviti».
Il presidente delle vittime della strage di Bologna si augura che lei non vada alle celebrazioni del 2 agosto. Lei ci sarà?
«Il
presidente della Commissione Antimafia deve esserci e io vorrei
esserci. È ovvio, però, che non farò alcun passo per provocare dolore ai
familiari».
Il suo partito e in generale gli esponenti
della destra hanno spesso messo in discussione la verità giudiziaria
sulla strage di Bologna, lei conferma questi dubbi sulle sentenze?
«Non
ci sono idee pregiudiziali che possa permettermi nel mio ruolo, non
possono esistere per il rispetto che porto alle vittime delle stragi. È
con questo spirito che affronterò ogni tematica che mi verrà sottoposta,
perché le risposte vanno date prima di tutto alle famiglie delle
vittime».
Secondo alcuni il suo profilo non sarebbe adatto a un incarico così importante.
«Sono
abituata a questa critica. Sono entrata in Consiglio regionale a 23
anni e fui fermata dalla sicurezza che mi gridò: “A regazzì, ’ndo vai?”,
perché accanto a me entrava Rodolfo Gigli che aveva 73 anni. Risponderò
alle accuse di inadeguatezza svolgendo al meglio questo ruolo».
Cosa vuole fare da presidente della Commissione Antimafia?
«Io
non credo che l’Antimafia sia una questione che vada trattata solo in
sede giudiziaria. Il 2 giugno compio 37 anni e forse il mio ruolo potrà
essere anche quello di parlare a quelle generazioni che rischiano di
vedere la mafia come una cosa lontana nel tempo. La mafia ha cambiato
volto e va detto a gran voce che esiste ancora e va combattuta tutti i
giorni».
Cosa pensa dei membri della sua commissione indagati a vario titolo?
«C’è
differenza tra essere indagati e condannati. L’avviso di garanzia è a
tutela del diritto di difesa. Non spetta a me giudicarli».
Giorgia Meloni ha spinto molto affinché lei venisse indicata presidente.
«Non è il premier che indica il presidente delle commissioni, è una prerogativa del Parlamento e così è stato».
Ha sentito la premier in questi giorni?
«Il
presidente del Consiglio si occupa di dossier ancora più importanti di
questo. Ma quando muoverò i primi passi condividerò con lei quello che
vorremmo fare, perché so quanto tiene alla lotta contro tutte le mafie».
Cosa dice all’opposizione?
«Che ora c’è da
lavorare e non polemizzare. Tuttavia è la prima volta che una persona
con un casellario giudiziario immacolato e battaglie come quella delle
mascherine, come quella dei concorsi e contro la proroga per la
discarica di Albano, diventa una persona che non può fare il presidente
dell’Antimafia a causa di una foto. Molti esponenti di altri partiti
politici hanno avuto frequentazioni con persone condannate per reati
gravi, come quelli per cui è stato condannato Ciavardini e non ho visto
tutto questo scandalo».
A chi si riferisce?
«A differenza loro non cerco la polemica e non mi metterò a fare i nomi».
LA STAMPA
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