La tattica elusiva di Elly Schlein
Esiste una spiegazione di tipo politico per questa scelta? Forse sì. Si mormora a mezza bocca che la leader vuole conservare e diffondere un profilo radicale, in puro stile “liberal” americano, cioè alla Ocasio-Cortez, almeno fino alle elezioni europee del 2024. È convinta che in tal modo riuscirà a recuperare i voti degli astenuti, di quanti per diverse ragioni avevano preso le distanze dal moderatismo della vecchia guardia.
E non si tratta solo di chi ha disertato le urne: la speranza, peraltro evidente, è quella di recuperare un discreto segmento del voto che negli ultimi anni è scivolato verso i 5S. In fondo lo si considera un voto “in libera uscita”, per usare un’espressione da Prima Repubblica: un altro modo per protestare contro il partito di prima, un dissenso che ora si può e si deve riportare a casa.
Tutto legittimo. Salvo che l’operazione è molto ambiziosa e richiede un surplus di intelligenza politica e di attivismo, non il contrario. Del resto, il recupero degli elettori radicalizzati può determinare lo sconcerto e quindi il distacco di un certo mondo cattolico e liberal-democratico. Quello che un tempo si riconosceva nel “centrismo” della Dc e delle forze laiche: una posizione, a essere più precisi, di centro-sinistra, volta ad allargare l’area del consenso e non a restringerla.
Vedremo come andranno i ballottaggi dei giorni 28 e 29 maggio. Un successo darebbe ragione alla inconsueta tattica di Schlein, altrimenti sarà quasi inevitabile aprire una discussione interna. Anche perché la campagna elettorale per le europee è di fatto già cominciata: il che non è positivo, visto che manca un anno.
REP.IT
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