La bufala dei Cpr descritti come lager: le vere violenze le fanno gli ospiti

Il 29enne marocchino Younes Charage è inseguito, invece, da una sfilza di denunce per furto, droga e danneggiamento. Precedenti comuni, peraltro, alla maggior parte dei circa 620 migranti rinchiusi nei 9 Cpr ancora in funzione dopo la distruzione di quello di Torino, incendiato e devastato dai suoi «miti» ospiti a fine febbraio. Visti anche i numeri ridotti (a pieno regime i 10 Cpr italiani garantiscono 1378 posti) la reclusione nei Cpr è riservata in via prioritaria a migranti irregolari condannati per reati gravi o considerati «una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica». Ma in tutto questo un’altra verità – allegramente sorvolata da Piazza Pulita – riguarda la possibilità di abbandonare i Cpr e far ritorno a casa semplicemente dichiarando la nazione d’origine e le effettive generalità. Dall’«inferno» è, insomma, assai semplice uscire. Basta dichiarare, come farebbe ogni italiano fermato ad un controllo di polizia, la propria identità. Ottenendo in cambio una veloce liberazione seguita da un rimpatrio assistito.

IL GIORNALE

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