Ballottaggi, sfida finale in sette capoluoghi. Prove d’alleanza Pd-5Stelle
Alessandro Di Matteo
ROMA. È il giorno della verità per 41 Comuni chiamati ai ballottaggi, ma anche l’inizio della partita per le città di Sicilia e Sardegna, che votano invece per il primo turno. Si vota oggi (dalle 7 alle 23) e domani (dalle 7 alle 15) e si tratta di un test importante, perché è l’ultimo prima delle europee del prossimo anno. Tra i comuni chiamati al secondo turno (41 in tutto) ci sono sette capoluoghi, quasi tutte sfide delicate tra centrodestra e centrosinistra. In Sicilia, poi, si vota per il primo turno in quattro capoluoghi – Catania, Siracusa, Ragusa e Trapani – anche in questo caso partite di primo piano, risultati che assumeranno inevitabilmente un significato politico anche nazionale.
Il centrodestra governava 8 capoluoghi su 17, prima di questa tornata elettorale, e al primo turno di 15 giorni fa nelle regioni a statuto ordinario ha già vinto in 4 città, compresa Latina riconquistata dopo un’amministrazione di centrosinistra e poi la gestione del commissario prefettizio nell’ultimo anno. Pd e alleati avevano i sindaci di 5 capoluoghi (più appunto Latina poi passata alla gestione commissariale nel 2022) e al primo turno sono riusciti a vincere a Brescia e Teramo.
Il secondo turno però è un capitolo a parte, il ballottaggio storicamente non è un terreno favorevole per il centrodestra e non a caso venerdì il coordinatore di Fi Antonio Tajani ha messo le mani avanti: «Non sono appassionato dei ballottaggi. Con la legge elettorale in vigore si rischia di falsare i risultati delle amministrative». Ancona, per esempio, è una delle sfide più delicate. Quindici giorni fa era in testa col 45,1% il candidato del centrodestra Daniele Silvetti, circa quattro punti avanti rispetto a Ida Simonelli del centrosinistra (41,3%). Ma il Pd crede nella rimonta, anche perché il capoluogo delle Marche è una roccaforte della sinistra e perderla sarebbe un duro colpo. Fondamentale per Elly Schlein sarà recuperare il voto M5s, nonostante Giuseppe Conte non abbia siglato apparentamenti in questa città.
La situazione è ribaltata a Vicenza, dove al primo turno è finito in testa Giacomo Possamai, centrosinistra, che col 46,2% ha superato il sindaco uscente di centrodestra Francesco Rucco (44%). Qui sono Pd e alleati a cercare la vittoria in trasferta, un successo che sarebbe molto importante in una regione dove il centrodestra è sempre molto forte. Anche in questo caso democratici e M5s erano divisi al primo turno, ma al ballottaggio i 5 stelle sosterranno il candidato del centrosinistra.
Occhi puntati anche sui tre capoluoghi toscani, presidi di sinistra espugnati dal centrodestra nel 2018. A Pisa il sindaco uscente Michele Conti stava per fare il bis giù al primo turno e ha mancato il successo per un pugno di voti, fermandosi a un passo dal 50%. Ma il centrodestra arriva in vantaggio anche a Massa, dove Francesco Persiani al primo turno ha preso il 34,76% contro il 30,23% di Paolo Martinelli. Stessa situazione a Siena, anche se lo scarto è stato minimo con il candidato del centrodestra Fabio Nicoletta al 30,5%, seguito da Anna Ferretti (centrosinistra) con il 28,75% Tutta interna al centrodestra la partita a Terni: al ballottaggio se la vedono Orlando Masselli, candidato da Lega, Fdi e Fi, e Stefano Bandecchi, “civico” ma sempre di area centrodestra.
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