Venezia al verde, spunta l’ipotesi di un “liquido tracciante”

Laura Berlinghieri

VENEZIA. Una chiazza verde fosforescente nell’acqua del Canal Grande, esattamente davanti al Ponte di Rialto. Peraltro, nella domenica che ha visto sfilare tra il bacino di San Marco e i canali della laguna oltre duemila imbarcazioni per la Vogalonga, una delle manifestazioni più attese in città. Ieri mattina Venezia si è svegliata così. Sono stati alcuni residenti a segnalare alla Polizia locale la grande macchia verde fluorescente che si era impossessata di una porzione di laguna, tra le più fotografate dai turisti: il tratto del Canal Grande che si può vedere affacciandosi dal Ponte di Rialto. Diventato verde fosforescente, anche in questo caso per la gioia dei turisti, che immediatamente hanno fatto rimbalzare gli scatti sui social.

Il primo pensiero è volato agli ambientalisti: si è pensato che potesse trattarsi di un loro blitz, riadattamento lagunare dei lanci di vernice lavabile contro i monumenti italiani. E si è anche ipotizzata una citazione della provocazione artistica che l’argentino Nicolas Garcia Uriburu mise in atto nel 1968, in occasione della Biennale d’Arte, quando percorse il Canal Grande, gettando dalla barca in cui si trovava un pigmento in grado di rendere fosforescenti i microrganismi presenti nella laguna. Ma poi, nella città fragile che poggia sull’acqua, si è pensato anche che si potesse trattare della bravata di qualche maleducato. Quasi certamente l’ultima ipotesi è da accantonare. Mentre ci si continua a interrogare sulla prima, nonostante la precisazione di Ultima generazione: «Non siamo stati noi».

In ogni caso, stando alle analisi dei prelievi effettuati dall’Arpav (l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale) quanto accaduto ieri dovrebbe essere «colpa» della fluoresceina, un liquido assolutamente innocuo, che viene immesso nelle tubature o negli scarichi in caso di perdita d’acqua, per comprenderne il tragitto. Ne basta poco, per impregnare una porzione anche estesa di acqua: esattamente come potrebbe essere successo ieri mattina.

È comunque una buona notizia, dato che allo scandalo per lo sfregio alla città si aggiungeva il timore che quella versata nel Canal Grande potesse essere una sostanza tossica o comunque dannosa per le acque lagunari. «Ipotesi scongiurata, non c’è alcun pericolo di inquinamento»ha assicurato il presidente veneto Luca Zaia, «piuttosto, a preoccuparmi è il rischio emulazione».

Ma intanto ci si interroga anche su una seconda questione: come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla, nella città del «Grande Fratello?», perennemente controllata dagli occhi delle telecamere e da quelli di residenti e turisti. Per questo il prefetto Michele Di Bari e il questore di Venezia Michele Masciopinto hanno disposto un’intensificazione della vigilanza nella zona, sia per monitorare eventuali conseguenze dell’episodio di ieri, sia per impedire che quanto accaduto possa ripetersi. E sempre per questo, oggi, forze dell’ordine, vigili del fuoco e Agenzia regionale per l’ambiente torneranno in Questura, convocati nuovamente dal Prefetto, dopo la riunione urgente che già era stata disposta ieri, subito dopo l’accaduto: «Per mettere a fattore comune le informazioni acquisite e gli accertamenti svolti sull’evento, al fine di individuarne le cause e le conseguenti azioni da intraprendere» hanno fatto sapere Prefettura e Questura, in una nota congiunta.

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