Il test delle urne e i pericoli per Schlein
C’è poco da fare: l’anno che verrà, per ora, si prefigura come un confronto tra una presenza (di Giorgia Meloni) molto attiva sul piano della propaganda e dell’occupazione del potere e un’assenza (della sua competitor) di visione e di iniziativa. Della prima fa parte anche la bandiera presidenzialista, formidabile calamita elettorale che sventolerà più forte e, al tempo stesso, way out rispetto alle difficoltà sul principio di realtà, dal Pnrr all’immigrazione fuori controllo. Della seconda uno spartito che non va oltre l’indignazione: di guerra non si parla perché si capisce che Elly Schlein sta sostenendo una posizione che non condivide, di immigrazione nemmeno, perché la linea è «accogliamoli tutti», che non ha nessuna sinistra al mondo, da Biden a Sanchez; sul Pnrr si è chiesto di «spostare i fondi», avvalorando la tesi governativa della revisione. E così via, mentre la discussione pubblica è un one woman show. Magari governare logora, ma l’Aventino consente al manovratore di sentirsi indisturbato.
LA STAMPA
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