La Ferrari, la droga e lo strip club: le ultime ore dell’imprenditore trovato morto nel bagagliaio del suv
Chi abita in quella zona il Range Rover l’aveva notato. Eccome. Sabato pomeriggio il suo antifurto s’era messo a suonare. Qualcuno, che nulla c’entra con questa vicenda, ha cercato di forzare il suv e rubare quello che c’era dentro. Un pacchetto di sigarette lasciato nel vano della portiera, dei cavetti per ricaricare il cellulare, un vecchio portafoglio. Non c’è riuscito, e se n’è andato.
Alle tre del pomeriggio in questura c’è gran via-vai. Il dirigente della squadra mobile Luigi Mitola e i suoi hanno appena sentito i familiari del morto: la mamma e il patrigno.
«A Marco piacevano i motori e le donne» dice lui, Demetrio Modafferi. E la Ferrari? «La Ferrari l’aveva appena comprata».
C’è poco su cui ragionare, per ora. Servirebbe una sgambata in avanti. Il racconto dell’ultima sera e delle ultimissime ore. Il racconto di Franco, il carrozziere, amico dell’imprenditore. L’ultimo, forse, ad averlo visto vivo. Lui, magari, potrebbe svelare dove Marco Conforti andava a comperare la coca.
Qualcuno dice proprio dove hanno trovato l’auto, in zona Aurora. E dicono anche che da quelle parti frequentasse una donna, una delle tante amiche. Con lei si sono visti anche la notte tra martedì e mercoledì? È possibile. In questo caso lo scenario cambierebbe. Marco Conforti, che gestiva una cinquantina di autoscuole consorziate in tutto il Piemonte, potrebbe essere stato abbandonato lì, in strada, morto, per evitarsi problemi. Con la polizia che va e viene da casa, gli interrogatori, le perquisizioni e il solito ambaradan delle indagini.
Davanti a un caffè, Vicky, la fidanzata lasciata un mese fa, si preoccupa: «Non era una cattiva persona, nonostante tutto. Parlatene bene. Se lo merita». —
LA STAMPA
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