Meloni e la sfida europea per la stanza dei bottoni. L’avviso ai suoi: non offriamo pretesti

Meloni è a conoscenza delle manovre in atto, ma non si espone. Anche perché, prima del voto del 2024, ci saranno due test nazionali importanti: le elezioni di luglio in Spagna e quelle di ottobre in Polonia, dove i suoi alleati del Pis dovranno fronteggiare il popolare Tusk. «Quello sarà lo snodo della futura alleanza con il Ppe», sottolinea un autorevole dirigente di FdI. Insomma, nulla è scontato. Certo, la crisi del Pse, le difficoltà di Emmanuel Macron in Francia e quelle di Olaf Scholz in Germania, lasciano prevedere che al Consiglio europeo ci sarà uno spostamento a destra degli equilibri politici. Ma è possibile che in Parlamento possa servire una maggioranza larga, alla quale punta Ursula von der Leyen per essere confermata alla guida della Commissione. «Lei e Giorgia l’altro giorno in Romagna sembravano due amichette», dice chi le ha viste da vicino. Meloni si tiene aperta a tutte le soluzioni. In ogni caso sarà complicato per i suoi avversari in Europa tenerla fuori dalla stanza dei bottoni.

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