Torino capitale dell’economia: domani si apre la seconda edizione del Festival internazionale, con 4 Nobel
Fabrizio Goria
TORINO. Globalizzazione, sfide del futuro, sviluppo sostenibile. Il Festival internazionale dell’Economia di Torino, dal 1° al 4 giugno, ha un obiettivo importante: essere il baricentro per un pianeta che sta perdendo il suo asse. Troppa l’incertezza, in aumento le tensioni. Ed è proprio per questo che, come ha detto il coordinatore scientifico della kermesse, Tito Boeri, «Torino sarà il centro del dibattito economico mondiale» per quattro giorni. Quattro anche i premi Nobel – Michael Spence, Paul Krugman, Josh Angrist, David Card – che a Torino porteranno le proprie idee. Ma anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e i commissari europei Paolo Gentiloni e Nicolas Schmit. Lo scopo è quello di fornire risposte alle tante, troppe, domande che incidono sull’economia globale.
Dopo una vincente prima edizione, il Festival dell’Economia di Torino è pronto a partire. Fiducioso sulla buona riuscita dell’evento è il comitato organizzatore, capitanato da Laterza e dal Real Collegio Carlo Alberto. “Ripensare la globalizzazione” è il tema principale, ma non l’unico. La sostenibilità – sociale, economica, ambientale – sarà discussa almeno tanto quanto il futuro dello sviluppo economico. Al Festival si parlerà «degli errori fatti sin qui e di come correggerli» con Dani Rodrik, economista di Harvard tra i primi teorici di una globalizzazione più “sana”. E si discuterà anche di innovazione con John Elkann, presidente di Stellantis, che alle 14 di domani al Museo del Risorgimento darà la sua visione di come è possibile crescere in modo sostenibile in un mondo globalizzato. Tema, quest’ultimo, che ricorrerà spesso nella kermesse. Per esempio, ne parlerà anche David Autor del Massachusetts institute of technology, che farà il punto sull’espansione della Cina e le possibili conseguenze della riapertura del Dragone nella fase post-Covid. Si discuterà invece di dinamiche dei prezzi, proprio in una fase in cui l’inflazione sui servizi risulta essere più persistente del previsto, con Lucrezia Reichlin della London Business School. Non mancheranno gli intellettuali più giovani, ma già affermati, che potranno fornire freschezza alle discussioni nel centro di Torino.
Pages: 1 2