Festa del 2 giugno al Quirinale, la «prima» di Meloni. Brindisi con il presidente, fila di invitati per farsi il selfie con lei

di Monica Guerzoni

Esordio anche per Elly Schlein che la cerca per salutarla

Guerzoni

Ci sono davvero tutti. C’è il prima e c’è il dopo, la destra al debutto e la sinistra che fu, c’è Mario Draghi che commenta la sconfitta della Roma e Giorgia Meloni che si gode la sua prima volta da premier nei giardini del Quirinale

Completo color crema con giacca di tulle ricamata e tacchi alti tempestati di Swarovski, la leader ride e scherza e spara battute in romanesco, è felice e lascia che si veda. Arriva dalla Moldavia, spunta al fianco di Sergio Mattarella e parte l’inno nazionale. Dopo tre anni senza festa del 2 Giugno causa Covid il momento è solenne e decine di smartphone si alzano per immortalarlo. E poiché il cerimoniale del Colle ha preferito evitare al presidente della Repubblica la tradizionale fila per la stretta di mano, è lei che si prende la scena. E la fila.

Per tutti ha un bacio, una carezza, un complimento e nessuna formalità. Parla in inglese, azzarda la lingua dei segni con un sordomuto («so dire solo questo»), abbraccia Bocelli («che splendore di uomo»), gioca con Bonelli («non ti fregare i sassi!»), assesta una pacca sulla spalla a Violante. Mario Monti le racconta di aver appena parlato con il ministro del Pnrr e Meloni, reduce dallo scontro con la Corte dei conti: «Con Fitto stiamo combattendo». Intorno è un assedio. Ambasciatori, generali, parlamentari semplici, vescovi e il parroco che implora un selfie. Lei gli strappa il telefono di mano e si mette in posa: «Posso? In campagna elettorale ho imparato a farli in fretta». Le elezioni sono andate alla grande ed è anche per questo, osserva il neo-direttore del GrRadio Rai Francesco Pionati, se sotto le palme «soffia una brezza bipartisan».

Avvistati tra i tanti Walter Veltroni con la moglie Flavia Prisco, Francesco Rutelli e Barbara Palombelli, Massimo D’Alema e Linda Giuva. Ma Elly Schlein è arrivata? C’è anche la segretaria del Pd, sì, ha scambiato due parole con lo spin doctor di Palazzo Chigi Mario Sechi e ora vorrebbe salutare Meloni, ma le due «esordienti» non si incrociano. La segretaria dem deve accontentarsi di Guido Crosetto che si china a baciarla sulle guancia e vuol presentarle la moglie. «È la terza volta oggi — scherza la leader del Pd — Il rischio è che cominciamo a piacerci troppo!». A una signora che le prende le mani e accenna alla batosta elettorale, Schlein risponde con dolcezza: «Sapevamo che la strada era in salita». Ma il codazzo in arrivo segnala che la premier è vicina e bisogna inseguirla. «Guardate come si stanno pericolosamente avvicinando i bravi giornalisti, gli origliatori seriali», finge di allontanare i cronisti la presidente e intanto geme perché i tacchi a spillo «si sono incastrati nell’erba».

Della nuova Rai nessuno manca e Chiocci parlotta con Vespa. I ministri sfilano uno via l’altro, Tajani, Roccella, Santanché, Giorgetti… Nordio le fa il baciamano e la premier scherza sulla moglie: «Lei mi vuol bene perché cinque giorni a settimana glielo porto via». E Salvini? C’è anche lui, mano nella mano con la fidanzata Francesca Verdini. Due passi più in là si fa notare un capannello di (ex) ministri, Guerini, Franceschini, Boccia e Di Maio. Marco Meloni, già braccio destro di Enrico Letta, fa la sintesi politica: «Meloni è felice? E lo credo, con l’elezione diretta il Quirinale sarà casa sua». Risate amare dei dem mentre la premier agguanta Landini: «Dammi un bacio che ci sono i fotografi». E poi: «L’ho fregato, porello».

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