Il perdente di successo habitué al Tavoliere del Potere
Più che un coagulo, un mischione. La mission di «veDrò» doveva essere «vedere l’Italia del futuro». Servì a sistemare tutti: i partecipanti ci videro benissimo nel scegliere le future poltrone, Letta chiuse il think tank appena diventato premier e poi Renzi raccolse i frutti. Intanto, nel dicembre 2011, Nunzia del Pdl e Francesco del Pd – la coppia più plasticamente iconica della convention – si erano sposati. E la cosa ai «vedroidi» piacque molto.
Cose che piacciono a Francesco Boccia: gli ziti di Gragnano con cui lo conquistò la moglie Nunzia, ricordare il suo amico (di destra) Franco Califano, le pittole, le commissioni Bilancio, le giornaliste di Sky, le supercazzole arcobaleno della compagna Elly, fare le vacanze nella villa a Pantelleria di Myrta Merlino e Tardelli, la tribuna Monte Mario all’Olimpico gratis – patate, cozze, checozze e il potere a scrocco e gli F35, con i quali, e non fu una bella gaffe, «si spengono incendi, si trasportano malati, si salvano vite».
Cose che non piacciono a Francesco Boccia: le autonomie, i politici del Nord, il Nord, essere fatto passare per un vecchio democristiano, dover guardare la moglie Nunzia strusciarsi con quel manzo catanese di Raimondo Todaro a Ballando con le stelle, fare le interviste doppie con lei sui giornali gossippari, i no-vax (Boccia è il genio che si inventò le ronde anti-Covid), le primarie del Pd, il Pd in generale, le multinazionali del web, dover scegliere fra la demagogia piddì e la demagogia grillina, le inchieste del Fatto quotidiano sui plagi accademici (i suoi); e fare previsioni.
A proposito delle quali, per fare il paio con quella su Elly Schlein – ‘Mbìzze la rècchie e séinde bboune! – va ricordato quello che Francesco Boccia disse sotto il palco del comizio di chiusura della campagna elettorale di Letta, a Piazza del Popolo, il settembre scorso, prima della nota débâcle. «La vedo molto bene».
Dài, dobbiamo solo aspettare. Appena cadrà Elly Schlein lo vedremo all’Isola dei famosi. In coppia.
IL GIORNALE
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