Berlusconi convoca i ministri, nel partito timore di rimpasti orchestrati da Marta Fascina

Federico Capurso

ROMA. Da ieri mattina i ministri di Forza Italia hanno iniziato a disdire i loro appuntamenti per sabato prossimo: «Sopraggiunti impegni», con tante scuse. Cos’è stato in grado di cambiare all’improvviso le loro agende? L’invito a pranzo, ad Arcore, del presidente Silvio Berlusconi, ovviamente. Il menù politico non è stato ufficialmente anticipato dal Cav – come spesso accade -, ma tutti sanno che la portata principale del weekend sarà la riorganizzazione del partito.

Riunione per ora ristretta ai ministri e non allargata ai capigruppo, ma «il formato è ancora provvisorio». Il punto è farla in fretta. Perché si racconta che nei corridoi della villa ad Arcore si vivano con un certo «fastidio» le voci che da giorni serpeggiano nel partito (e poi finiscono sui giornali), che vorrebbero uno stravolgimento imminente dell’organigramma di Forza Italia. Un’operazione pensata dalla “moglie” Marta Fascina, dicono. «Esercizi di fantasia», replica Berlusconi con una nota. Ma anche per questo si è reso necessario il pranzo di sabato prossimo: dare alle truppe un segnale di presenza del leader e una linea in grado di rasserenare gli animi. Perché l’atmosfera, di fronte agli scenari ipotizzati, quasi punitivi nei confronti di chi non è allineato al nuovo corso “filo-meloniano”, ha creato un certo subbuglio. «Ed è certamente vero che Forza Italia voglia adeguare la sua organizzazione, anche in vista delle prossime elezioni europee. Ma non è vero – sottolinea il Cav – che lo farà “con la rivoluzione” e mortificando le persone».

Insomma, Berlusconi vuole che si mantenga un certo equilibrio e cerca un processo di cambiamento che «coinvolga tutti e valorizzi il talento di ciascuno», si legge ancora nella nota. Poi, dice sorridendo un veterano che ha già vissuto tanti restyling di Forza Italia, «una volta ascoltati e coinvolti tutti quelli che si devono coinvolgere, sarà il presidente a prendere una decisione, come è sempre stato e come è giusto che sia». In fondo, è la famiglia Berlusconi a tenere in vita Forza Italia a suon di donazioni.

L’importante è che la riorganizzazione del partito non si trasformi nella scintilla in grado di provocare una dolorosa diaspora. Il tema è stato affrontato anche in una delle ultime telefonate con il coordinatore Antonio Tajani, che predicava prudenza. A partire da chi è già stato indebolito e, per l’appunto, non va «mortificato», come la capogruppo in Senato Licia Ronzulli. Le voci in Parlamento la vogliono «appesa un filo», ma dopo la nota di Berlusconi «non è detto che venga toccata. E se anche venisse rimossa da capogruppo, potrebbe sempre incassare qualcos’altro», ragionano ai piani alti del partito.

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