Papa Francesco operato per tre ore: si sveglia e scherza con il chirurgo
di Gian Guido Vecchi
L’intervento all’addome dopo quello di due anni fa. E chiede: «Quando facciamo il terzo?»
CITTÀ DEL VATICANO Lui stesso aveva spiegato di temere l’anestesia, che due anni fa gli ha dato fastidio, e per questo aveva poi rifiutato di operarsi al ginocchio. Ma stavolta il Papa non ha potuto dire di no.
I dolori ricorrenti «da alcuni mesi» e sempre più intensi, «una sindrome subocclusiva intestinale dolorosa ingravescente», il pericolo di un’occlusione intestinale. I quaranta minuti di «controlli» al Gemelli, martedì mattina, erano gli ultimi esami prima dell’intervento. E quando Francesco si è svegliato, dopo tre ore di operazione in anestesia generale, ha trovato pure la forza di scherzare con il chirurgo Sergio Alfieri: «Quando facciamo la terza?». È stato il professore che lo ha operato, poco dopo le sette e mezzo di ieri sera, a scandire le parole più attese: «Anzitutto il Santo Padre sta bene, è vigile e cosciente. Mi ha già preso in giro».
Papa Francesco, arrivato al Gemelli alle 11.20, è stato operato ieri pomeriggio all’addome, «un intervento di laparotomia e plastica della parete addominale con protesi» per la rimozione di un «laparocele incarcerato», ovvero un’ernia che si era formata sulla cicatrice dell’intervento precedente, a luglio del 2021, quando l’équipe guidata dallo stesso Alfieri gli asportò un tratto di colon («ho 33 centimetri di intestino in meno») per una stenosi diverticolare.
Non un intervento molto complesso, di per sé. Ma una faccenda delicata,
per un uomo di 86 anni che il 29 marzo scorso aveva già dovuto
ricoverarsi tre giorni per problemi respiratori, una «infezione» poi
diagnosticata ufficialmente come «bronchite su base infettiva» che in realtà, ha spiegato poi il Papa, era «una polmonite acuta e forte, nella parte bassa dei polmoni».
Si dice che dopo l’udienza del mattino sorridesse sereno, «sono scherzi della vecchiaia».
Ma alcune persone vicine a Bergoglio, ieri, tradivano una certa
apprensione. Che si è sciolta quando la Santa Sede ha comunicato, alle
18,28, che l’operazione si era conclusa «senza complicazioni», con il paziente già rientrato in camera,
e più ancora quando il professor Alfieri, un’ora più tardi, ha spiegato
che Francesco sta bene e «tornerà a fare una vita normale»: la stenosi
del 2021 «era per una patologia benigna da cui è completamente guarito», niente tumori, e «non sono state riscontrate altre patologie».
L’operazione era stata «programmata» dall’équipe, nel senso che si sapeva di doverla fare. L’intervento è stato deciso martedì dopo una Tac, «ma non è stata una decisione di emergenza», ha detto Alfieri: «Poi sapete che decide il Papa, e lui stesso ha deciso in prima persona di organizzare l’operazione oggi in base anche alla sua agenda». Tra l’altro, «il Santo Padre non ha mai avuto un problema con l’anestesia generale», ha aggiunto: «Chiaramente a nessuno fa piacere essere addormentati perché perdiamo la coscienza, ma non c’è stato nessun problema anestesiologico né due anni fa né oggi». Per un’operazione del genere, la degenza dura di solito «dai cinque ai sette giorni», ma in questo caso «trattandosi del Papa, un signore di 86 anni», verranno adottate «tutte le cautele possibili», considera il chirurgo: «Dateci qualche giorno».
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