Bonaccini: “Nessuna corrente contro Schlein, il Pd continuerà a sostenere Kiev”
Anche sul Pnrr si è cambiata la governance in corsa per accentrarla, e adesso si rischia di perdere i prestiti e mancare gli obiettivi. Di chi pensa sia la responsabilità?
«Il Pnrr è la più grande occasione di rilancio che il nostro Paese potesse avere. Perdere anche un solo euro di quelle risorse sarebbe imperdonabile».
Si parla di una sua candidatura alle prossime Europee e di uno scambio, con Paolo Gentiloni alla presidenza del Pd per co-gestirlo insieme a Schlein. È così?
«Ormai ogni giorno ne sento una diversa».
Non mi ha risposto: lei si candida?
«Per me c’è una sola priorità: l’Emilia-Romagna».
C’è ancora un anno. Qual è la differenza tra un’area “bonacciniana” che dovrebbe nascere nel partito, inglobando vecchie correnti, e un correntone vero e proprio?
«Non ho mai aderito a una corrente e non intendo certo farlo adesso, men che meno fondarne una. A me interessa elaborare proposte e metterle a disposizione del mio partito, il Pd. La differenza è tutta qui».
Non si offenda, somiglia a una corrente. Com’è naturale in un grande partito. Concita De Gregorio ha scritto che quando parla Schlein riempi il taccuino ma poi non trovi il titolo: c’è troppa vaghezza in questa fase?
«Elly Schlein ha vinto le primarie da pochi mesi e le va dato il tempo di lavorare. Al partito spetta il ruolo di supportarla e aiutarla, discutendo lealmente. Non so più come dire che la nostra gente non ne può più di vederci divisi».
Non ha riconfermato Piero De Luca a vicecapogruppo, non era nelle sue facoltà imporre un cambio?
«Mi perdoni, sto affrontando un’emergenza nazionale, non ho né tempo né titolo di occuparmi di ruoli interni ai gruppi parlamentari, che peraltro dovrebbero decidere in autonomia. Ciò detto ho molta stima e amicizia per Piero De Luca».
Cosa pensa dell’elezione al suo posto del segretario di Demos Ciani, che è contro l’aiuto militare all’Ucraina?
«Quello che ho detto prima».
Se la segreteria del Pd decidesse di togliere il sostegno militare a Kiev, lei sarebbe d’accordo?
«È un’ipotesi impensabile, il problema non si pone».
Schlein sarà al Gay Pride, lei?
«Sarò a salutare i volontari dell’Anpas e in un’azienda a Modena, oltre ad avere riunione per l’emergenza alluvione. Nessuna scelta politica, ci mancherebbe. La piazza di Roma ha il mio sostegno, la lotta per i diritti civili è anche la lotta del Pd».
Gli attacchi da destra usano come alibi la questione della gestazione per altri, che Schlein dice di sostenere personalmente, ma che nel Pd vede molti contrari. Lei cosa pensa della Gpa?
«Il mio pensiero è noto: non sono favorevole».
Serviva più prudenza su questo tema?
«Ciascuno ha le proprie idee ed è un bene che Elly abbia ribadito come il Pd non abbia cambiato linea su questo».
Si prepara un palco in Molise insieme a Giuseppe Conte: bisogna rinsaldare il rapporto con i 5 stelle e smettere di fare l’opposizione l’un contro l’altro?
«Per battere la destra alle urne servono le alleanze: la corsa solitaria dei partiti all’opposizione serve solo a Giorgia Meloni e alla destra per continuare a governare per anni. Vogliamo questo? Io no».
E col terzo polo? È ancora possibile un riavvicinamento?
«Guido una Regione con una coalizione che va dalla sinistra e i verdi ad Azione e Italia Viva: bisogna costruire un nuovo centrosinistra, che unisca progressisti, riformisti e moderati che non accettano di farsi rappresentare dalla destra nazionalista. Il primo passo da fare è mettere da parte i personalismi e ripartire dalle cose da fare, dai problemi reali e concreti delle persone».
Se Schlein fallisce il Pd muore? Siamo a questo punto?
«Legare il destino del Pd a quello di una singola persona vorrebbe dire non avere futuro. Siamo una comunità e dobbiamo agire come tale. Elly è la nostra segretaria e merita il sostegno di tutto il partito».
LA STAMPA
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