La mamma di Kata, scomparsa a Firenze: «Presa da qualcuno che conosceva, ai carabinieri ho detto chi è»
di Jacopo Storni
«Lancio un appello a tutti, alla comunità peruviana ma anche a tutti i cittadini di Firenze: è la mia bambina, riportatemela»
Katherine si aggira per il cortile fatiscente dove è stata vista sua figlia per l’ultima volta. Incontra le operatrici dell’associazione Penelope, che lavora sul fronte delle persone scomparse. Scrive il suo nome in stampatello su un foglio, poi parla con i carabinieri. E poi scoppia a piangere, si copre il volto con le mani. Indossa un cappellino nero con la scritta Armani, la visiera abbassata per nascondere gli occhi. Ha un giubbotto di jeans e i pantaloni grigi di una tuta, le scarpe da ginnastica. Esce e rientra nel palazzo. Cammina per le strade del quartiere urlando a squarciagola il nome della figlia scomparsa. Ma nessuno le risponde. E allora piange ancora. Non dorme da oltre 24 ore.
Poco prima di pranzo, ieri mattina, ha un lieve malore e viene trasferita al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova, dove viene sedata e dove incontra uno psicologo messo a disposizione dai servizi sociali del Comune.
Quando ha visto per l’ultima volta sua figlia Kata?
«Io
lavoro come commessa al supermercato Carrefour e sabato mattina l’ho
salutata come ogni mattina mentre uscivo per andare a lavorare.
Quando poi sono tornata dal lavoro sabato pomeriggio non ho trovato la mia bambina».
A chi l’aveva lasciata?
«L’avevo lasciata a una amica di cui mi fido».
Chi l’ha vista per l’ultima volta?
«È
stata proprio questa mia amica ad averla vista per l’ultima volta, era
con la sua figlioletta a giocare, nei corridoi e nel cortile del
palazzo. Da quel momento ancora non abbiamo più notizie. Forse me
l’hanno portata via, è impossibile che lei si sia persa da sola. Penso
che qualcuno che conosceva l’abbia presa. Ho detto ai carabinieri chi
possono essere queste persone».
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