Giulia Bongiorno: “Finora l’abuso d’ufficio ha paralizzato la Pa. Non ci saranno bavagli”

Francesco Grignetti

ROMA. La senatrice Giulia Bongiorno, plenipotenziaria della Lega in materia di giustizia, fino all’ultimo ha remato contro la secca abolizione del reato di abuso d’ufficio. Alla fine è andata diversamente. E ora dice: «È pacifico che un cambiamento fosse necessario. Il terrore della firma da parte di sindaci e pubblici amministratori è sicuramente un problema. Il ministro Nordio mi ha garantito che ci sarà una rivisitazione complessiva dei reati contro la pubblica amministrazione e non ho motivi per dubitare della sua parola». La senatrice teme infatti che l’abolizione del reato potrà avere come contraccolpo che le procure procederanno con altri reati, pure più pesanti, ad esempio il peculato per distrazione.

Era davvero necessario, questo intervento?
«Quando per ogni firma si deve chiedere il parere all’avvocato, abbiamo una pubblica amministrazione paralizzata e timorosa. Il che evidentemente non è sinonimo di efficienza».

Lei era per una riscrittura del reato piuttosto che per un’abolizione.
«Il ministro sostiene che è stato riscritto più volte, ma il problema non è stato mai risolto».

Perché, secondo lei è così importante riscrivere i reati contro la Pubblica amministrazione?
«Venuto meno l’abuso che ha dato pessima prova, occorre evitare rischi di interpretazioni estensive di altri reati».

Quelli che anche l’Anm ipotizza. Finirà che i magistrati useranno altri reati per portare avanti le indagini?
«Purtroppo non si può escludere. Ecco perché è auspicabile una riforma organica dei reati contro la Pubblica amministrazione. Considero l’abrogazione dell’abuso d’ufficio un punto di partenza e non di arrivo».

Il Guardasigilli ha appena replicato al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che sarebbe un «sacrilegio» se un pm procedesse utilizzando strumentalmente altri reati dopo questa abolizione.
«Il “sacrilegio” di cui parla il ministro è quel che anche io temo. La speranza è che i timori siano infondati».

Il pacchetto Nordio è molto eterogeneo. Possiamo parlare di riforma della giustizia?
«È solo il primo passo di un percorso riformatore che attueremo nel corso della legislatura. Complessivamente è all’insegna del garantismo, della efficienza del sistema, e della tutela della riservatezza. Mi trova pienamente d’accordo».

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