Giulia Bongiorno: “Finora l’abuso d’ufficio ha paralizzato la Pa. Non ci saranno bavagli”

D’accordo anche sull’interrogatorio anticipato? Non pensa che sia un invito alla fuga, come avvertono i magistrati?
«Premesso che la norma esclude l’interrogatorio quando c’è il pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e nel caso di reati più gravi, da penalista credo sia giusto porre le persone indagate nelle condizioni di poter replicare alle accuse prima di essere arrestate. Oltretutto stiamo parlando di privazione della libertà in una fase precoce del procedimento, non dopo la sentenza definitiva».

Impedendo la pubblicazione di intercettazioni fino al dibattimento, volete mettere il bavaglio all’informazione?
«No, c’è un colossale errore. Sono pubblicabili nella fase delle indagini le intercettazioni inserite nei provvedimenti del giudice come l’ordinanza di custodia cautelare e questo provvedimento contiene tutto quel che di grave e “cattivo” esiste a carico dell’indagato. Onestamente credo che ci sia ampia possibilità di pubblicare le intercettazioni essenziali».

Noi giornalisti non potremo pubblicarle anche se il segreto è caduto.
«Prima del dibattimento esistono spesso solo brogliacci o frammenti di intercettazioni; una informazione corretta impone di attendere che il materiale sia completo. In ogni caso le sanzioni saranno congrue».

E come la mettiamo con il garantismo di cui sopra?
«Il garantismo non c’entra nulla. Si può essere garantisti e pretendere allo stesso tempo congruità e certezza della pena. Aggiungo che nel provvedimento Nordio si affronta soltanto il profilo della divulgazione e della tutela della riservatezza di terze persone. Invece la riforma del sistema delle intercettazioni sarà fatta dal Parlamento. La commissione che presiedo ha svolto una indagine conoscitiva che ha evidenziato l’inadeguatezza della legislazione rispetto alle nuove tecnologie».

LA STAMPA

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