La diplomazia del buon senso
Lo scenario conflittuale c’è tutto. Come spiegare allora che, pur facendo stato delle divergenze, da entrambe le parti la visita di Blinken sia stata accompagnata da commenti non tanto “concilianti” quanto volenterosi di rimettere in carreggiata le relazioni? Xi ha parlato di “rispetto e sincerità”; Blinken ha ricambiato definendo i colloqui non solo “candidi” – che in gergo diplomatico vuol dire brutali – ma anche “di sostanza e costruttivi”.
L’apparente contrasto si spiega col fatto che, pur divisi da tanto, Cina e Stati Uniti si sono trovati con un interesse comune: quello di stabilizzare le relazioni. Di fermare la china discendente prima che diventi un precipizio. Il Segretario di Stato americano lo ha detto chiaramente: “gestire la competizione responsabilmente affinché il rapporto non viri in conflitto”. La ratio della stabilizzazione delle relazioni sino-americane è tanto strategica quanto economica. Si tratta di salvare la globalizzazione, con i benefici che ha portato alle società sia industrializzate che emergenti. La globalizzazione può fare a meno della Russia: basta cambiare fonti di forniture energetiche, meglio per tutti se aumentano quelle rinnovabili. Non può fare a meno della Cina. Ma neanche la Cina può fare a meno degli Stati Uniti e dell’Occidente. L’economia cinese scoppietta. Xi punta sul mercato interno ma è una scommessa di lungo periodo. Per ora ha ancora bisogno del commercio internazionale. Se non avesse ritenuto importante riallacciare il dialogo con Washington non avrebbe ricevuto il Segretario di Stato americano. Il cerimoniale non lo richiedeva. Ma fra due superpotenze che vogliono gareggiare ma non scannarsi l’incontro era d’obbligo. rTroppo presto per dire che i rapporti tra Pechino e Washington siano stabilizzati dopo la missione di Antony Blinken. La parola passa ai seguiti. In agenda ci sono reciproche visite ad alto livello. E, se tutto va bene, a novembre Xi Jinping sarà a San Francisco per il vertice Apec – con Joe Biden. Se tutto va bene.
LA STAMPA
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