Ma non sono tracce sovraniste

Questo non significa che destra e sinistra non esistano; ma che non sono la misura di tutte le cose, e di tutte le persone. Suona a maggior ragione vacua la discussione sulla presenza di Oriana Fallaci in quota destra. Certo, è stata soprattutto la destra a difendere la Fallaci della rabbia e dell’orgoglio dopo l’11 settembre, forse l’articolo più letto e commentato nella storia del giornalismo italiano. Ma prima era stata soprattutto la sinistra a infervorarsi in difesa dell’Oriana che dal Vietnam denunciava le atrocità della guerra americana, e da Città del Messico documentava la repressione della protesta dei giovani. È ovvio, ma all’evidenza ancora utile, ricordare che certe personalità — compreso un altro grande giornalista come Piero Angela — appartengono a tutti i loro lettori. Sono patrimonio del Paese, o se preferite della nazione; non di una fazione.

Gli studenti hanno già abbastanza pressioni; non carichiamoli anche di quelle politiche. Non leggiamo pure i temi della maturità alla luce delle diatribe tra i partiti. Tanto la traccia sulla storia non la fa mai nessuno, e quasi tutti avranno scelto il tema — pure quello niente male — sull’attesa al tempo di whatsApp.

CORRIERE.IT

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