Daniela Santanchè, i timori di Palazzo Chigi. La ministra: se lo chiedono pronta a spiegare in Aula

di Monica Guerzoni

Nevi (FI): «Un suo passo indietro con un rinvio a giudizio? Deciderà lei»

 Daniela Santanchè, i timori di Palazzo Chigi. La ministra: se lo chiedono pronta a spiegare in Aula

Alle undici di sera, da Capri, Daniela Santanchè risponde agli attacchi: «Se verrà formalizzata la richiesta al Senato, non avrò nessun problema a riferire in Parlamento. Ma voglio che sia chiaro, lo faccio per gli italiani e non perché me lo chiedono le opposizioni, il cui comportamento punta a mettere in difficoltà il governo».

Le parole della ministra del Turismo arrivano al Corriere dopo una giornata di imbarazzo a Palazzo Chigi e nei gruppi della maggioranza, dove la paura che una mossa delle procure possa far ballare l’esecutivo. Perché adesso, oltre alle opposizioni che invocano le dimissioni di Daniela Santanchè , il muro del centrodestra a difesa della ministra del Turismo comincia a scricchiolare. Dalla Lega e da Forza Italia si alzano le prime voci dissonanti che spronano la senatrice a chiarire. Lei assicura che «sono tutte balle», insiste nel dire che il programma di Sigfrido Ranucci volesse solo screditarla e conferma di aver presentato più di una querela. Ma a Palazzo Chigi aumenta la preoccupazione per un caso che esplode in giorni di forte tensione tra e dentro i partiti della maggioranza.

La Lega, innanzitutto. Impossibile non notare come il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, nel difendere l’esponente del governo perché «i processi non si fanno in televisione», esprima un concetto che non si allontana troppo dagli argomenti del Pd e del M5S. E cioè che al momento opportuno la ministra del Turismo «verrà in Parlamento a spiegare le sue ragioni».

Nelle stanze della presidenza del Consiglio l’inchiesta della trasmissione Rai viene valutata con estrema serietà. A sentire i parlamentari meloniani la premier sta vivendo la polemica con disagio e timore per l’immagine del governo. Certo non basta la soddisfazione con cui Santanchè fa sapere ai colleghi di governo che «in Tribunale finora ho sempre vinto». Meloni tiene moltissimo al Turismo ed è a dir poco seccata per la tempesta che ha investito la ministra. Eppure è determinata a sostenerla, come ha fatto per il duo Delmastro&Donzelli. Ma se Santanchè fosse rinviata a giudizio, è evidente che la premier le chiederebbe di lasciare.

Un meloniano di alto rango prova a interpretare l’umore di Meloni: «Se è preoccupata? Direi che c’è precauzione, anche perché non abbiamo capito ancora se Daniela è indagata». Dubbi e paure che la responsabile del Turismo spera di spazzar via ostentando serenità in attesa che l’onda si abbassi. Certo non pensa di lasciare e non risulta che la premier glielo abbia ancora chiesto durante il confronto in cui la ministra le assicurava che no, lei in questa storia non c’entra nulla. «Non ho un avviso di garanzia, né un processo — è la formula con cui Santanchè, che ha avuto come legale delle aziende Ignazio La Russa, va tranquillizzando i colleghi — La causa poi è civile, non penale». I vari Conte, Schlein, Calenda, Bonelli e Fratoianni che invocano il passo indietro non sembrano spaventarla troppo, stando alla battuta che ha consegnato ai suoi: «Vabbè, sono l’undicesimo ministro di cui chiedono le dimissioni!». Sa bene, Santanchè, che una mozione di sfiducia contro di lei non passerebbe e che il solo risultato sarebbe quello di ricompattare la maggioranza. Sicura, ha confermato gli appuntamenti in agenda: ieri è andata a Capri con i giovani imprenditori e si è mostrata «tranquilla» e oggi sarà a Ischia per l’evento dei conservatori europei.

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